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di Angelo Marchese, RESISTI


in memoria di Dietrich Bonhoeffer - Natale 1971

È dolce piegare il capo e abbandonarsi
sconfitti, rassegnati
alla risacca della vita.
È anche questo umano: chi si arrende
ha finito una battaglia:
stremato, resta in attesa
di una mano o del nulla.
Non so darti una certezza torreggiante,
o compagno di strada.
Ho solo una piccola, frusta parola
per me e per te: resisti!
Se il dolore ti acceca e ti morde nella carne,
e come un cane furioso ti agguanta la gola,
e non vedi nulla davanti a te,
muto e barcollante sei chiuso nella tua tomba
di lacrime, anche non piante,
allora, ti prego, resisti!
Se la solitudine ti vien su all’improvviso
come una febbre maligna,
e ti avvolge nel buio freddo e umido
di una notte invernale,
e ti senti un viandante sperduto
per un cammino infido e senza mete,
allora, ti prego, resisti!
Se hai sbagliato e ti assilla
la piccola o grande frana del tuo errore,
e non hai più fiducia che qualcuno
ti aiuti a ricostruire,
dandoti almeno un mattone
o posandoti un braccio sulla spalla,
allora, ti prego, resisti!
Se il tuo sguardo non coglie un sorriso
di affetto, di comprensione, di amicizia,
ma vede solo occhi smorti,
indifferenti, sospettosi, irridenti,
impietriti nell’egoismo e stravolti
nel chiuso dell’io, come banditi mascherati,
allora, ti prego, resisti!
Se l’uomo o la donna a cui hai dato fiducia
ti tradiscono, resisti!
Se la tua guancia si riempie di schiaffi,
il tuo cuore di delusioni, resisti!
Se il tuo gruzzolo d’amore e di fede
è quasi finito, resisti!
Se le parole d’ordine, in cui hai creduto,
ti rimbombano vuote nel cervello, resisti!
Se nel lavoro sei umiliato, sfruttato,
inviso o lasciato da parte
come un vecchio arnese, resisti!
Se anche chi ti vuol bene non ti capisce
e ti lascia smarrito e incerto, resisti!
Non so dirti perché devi resistere
in questo mondo che vuole l’uomo
sconfitto, rassegnato, convinto
di non poter mai più rialzare il capo.
Sei l’anello di una catena che ha bisogno di te,
come tu hai bisogno di un legame
per non perderti.
Non ci sarà una casa nuova per l’uomo,
se cedono le fondamenta;
non ci sarà una scuola per i tuoi figli,
se il maestro ha negli occhi la menzogna;
non ci sarà una vera umanità,
se il seme non è gettato, pur con mano tremante.
Sappi, dunque, dire di no
per poter un giorno assentire.
Di’ di no alle parole ladre e bastarde
che ti vogliono convincere
che tutto va bene in questo nostro tempo
di benessere, e andrà ancor meglio
col tuo aiuto, con la tua competenza:
ti rubano la tua umanità
inquieta e insoddisfatta,
per fare di te un docile strumento,
un utile servo, un comodo lacché,
un avvelenatore di speranze,
un cuneo nel popolo.
Di’ di no ai nuovi e vecchi riti
che addormentano le masse
in marcia verso la libertà e la giustizia,
che invitano ad adorare un dio morto,
un dio mortificante, un povero relitto
di un antico naufragio che ancora si rinnova:
un dio di falliti e di disperati,
quinta colonna dei potenti
che se la ridono soddisfatti.
C’è la fame, la guerra, l’ingiustizia nel mondo,
ma le parole ladre e bastarde,
ma i vecchi e nuovi riti
t’invitano alla resa, ad accettare la realtà,
il migliore dei mondi possibili,
la civiltà cristiana, la cultura occidentale,
il mondo libero e la democrazia parlamentare,
la stampa indipendente e i mass media,
il tempo libero per i divertimenti,
e un po’ di religione per contorno.
Forse potrei dirti che hai un compagno
accanto a te, stanco e avvilito come te,
sofferente come un povero,
sofferente perché povero.
Eppure, vedi, si dà da fare,
è al suo posto nella lotta, in silenzio;
fa la colletta per chi è stato gettato sulla strada,
non con l’animo del borghese che fa l’elemosina,
ma perché è un compagno di lavoro.
La sua parola è semplice ma autorevole,
non come quella degli scribi e dei farisei,
vuota e illusoria.
Non è un superuomo, non è un asso,
non è un idolo delle folle,
il suo nome non è conosciuto da milioni di fans,
come quello dei Beatles,
non è un eroe invincibile:
forse, anzi, ha conosciuto l’amarezza della sconfitta,
il dolore della croce,
la fatica di credere.
Forse per questo il tuo compagno,
il tuo unico Maestro, ti dice:
resisti, ti prego, resisti!

1 commento:

  1. Io mi sarei anche rotto di resistere! Vorrei vincere! Rompere gli argini, abbattere il muro, devastare le briglie e guardare dall'alto del primo posto del podio il resto del mondo. Essere sempre il resto del mondo a volte e' noioso!

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